Al via l’anno scolastico 2013

Ormai in tutta Italia i bambini e le bambine ed i ragazzi e le ragazzine sono tornati a scuola, per riprendere il loro impegno più serio e faticoso. Accanto a loro docenti e dirigenti a ripensare pratiche didattiche per stimolare/coinvolgere/motivare al lavoro scolastico bambini, adolescenti e giovani.L’anno scolastico 2013/2014 é cominciato con qualche speranza in più: l’impegno del ministro a riportare la scuola al centro dell’agenda del governo, alcune risorse per l’edilizia scolastica, il consiglio dei ministri del 9 settembre u.s. che rilancia stimoli in più direzioni e alcune risorse per dare concretezza alle intenzioni. Sono fermamente convinta che ogni legge varata, seppur ottima nelle intenzioni, per tradurla in azioni concrete ha bisogno del coinvolgimento e della partecipazione attiva di tutti i docenti.Ed i docenti di fronte a nuovi stimoli che escono dalla routine quotidiana ci sono; lo vediamo noi, come comitato promotore del ” senza zaino” che stiamo girando diverse scuole del sud, del centro e del nord Italia per far partire, nonostante le difficoltà in cui versa la scuola d’Italia, nuove classi di scuole che hanno aderito alla nostra rete di innovazione didattica dal basso. In effetti il modello di scuola adottato nasce dalla passione, dall’impegno, dalla costanza di alcune scuole Toscane che dagli inizi degli anni 2000 hanno provato a sperimentare pratiche didattiche che vanno nella direzione di far crescere i ragazzi sviluppando responsalibità, autonomia, partecipazione, comunità. E dal basso sono arrivate e stanno arrivando anche le adesioni di nuove scuole che si impegnano alla formazione continua, all’innovazione di ambienti e di pratiche didattiche, alla rendicontazione pubblica del loro operato. Ed oggi, dopo più di dieci anni di lavoro in questa direzione possiamo dire che i bambini ed i ragazzini a scuola vengono più volentieri e ci stanno meglio.In questi giorni però guardando i piccini sorridenti seduti nell’agorà a chiaccherare o sui divanetti a sfogliare libri penso alle migliaia di bambini Siriani che vivono nei campi profughi, che sono diventati orfani, che sono morti sotto i bombardamenti o sotto l’uso delle armi chimiche a causa di una nuova guerra. La Siria, che ho visitato appena tre anni fa girando tranquillamente per siti archeologici e caffé tipici é oggi al centro di un conflitto apparentemente interno ma che potrebbe coinvolgere – e lo sta facendo nelle forme della diplomazia- tanti altri stati vicini e lontani dal Mediterraneo. Teresa Mattei, tanti anni fa, fece costruire ai bambini di tante parti del mondo La Treccia della Pace affinché fossero proprio i più piccini a lanciare messaggi di vita ai potenti del mondo. Mi piacerebbe rilanciare questa idea della treccia della pace costruita dai bambini e proveró a farlo cominciando dalle mie scuole. Mi auguro che tante altre scuole si uniscano a noi.

Al via l’anno scolastico 2013ultima modifica: 2013-09-17T00:51:45+02:00da d-pampaloni
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2 Responses

  1. marta galluzzo
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    Due anni fa con l’associazione Orcotondo di Vicopisano, nel giardino della Limonaia a Pisa, durante un incontro con Daniele Novara, organizzato dal gruppo contrario alle scuole in caserma, proposi la treccia della pace.In quell’occasione telefonai a Teresa e la invitai a venire all’evento, lei mi disse che non se la sentiva, “sono troppo vecchia!” mi disse, e di proporlo pure noi e che ne sarebbe stata felice.Quest’anno, due domeniche fa, domenica 8 settembre a Vicopisano, in occasione della festa dei bambini e delle bambine che organizziamo tutti gli anni ho riproposto la treccia della pace di Teresa Mattei, anche perché la festa era dedicata a lei.Alla fine, tutti in cerchio, genitori, bambini, nonni, educatori per mano abbiamo sciolto il gomitolo di treccine fatte dai bambini e ricordato Teresa, contro ogni guerra!Per le scuole di Vicopisano e Calci accolgo con gioia la tua proposta, Daniela, me ne farò volentieri sostenitrice!

  2. Monica Rizza
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    Mi piacerebbe partecipasse il piu’ ampio numero di comprensivi della nostra zona, proviamoci, per non restare in silenzio quando tutti dovrebbero urlare.

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