Scuola elementare di Settignano (FI) . anno scolastico 1950/1951. L’insegnante è la maestra Idana Pescioli.
Ho aperto questo mio articolo con due foto che ho presentato nei giorni 8 e 9 marzo 2024 al Convegno “Le Maestre della Repubblica” organizzato a Macerata dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea. Sono stata invitata al Convegno come presidente della Fondazione Idana Pescioli per parlare proprio di Idana Maestra per tutta la vita. (del Convegno però parlerò appena saranno pubblicate le registrazioni di tutti gli interventi nelle prossime settimane).
Mi preme invece aprire una riflessione a partire da queste foto dove si vede bene l’impostazione del lavoro in classe intorno a tavoli grandi dove i ragazzi lavoravano in coppia, in piccolo gruppo ma anche da soli organizzandosi il piano di lavoro settimanale personalizzato che tenesse di conto del piano di lavoro mensile che fatto insieme – maestra e bambine e bambini- rimaneva affisso alla lavagna per l’intero mese e dava stimoli per la stesura dei piani settimanali di ciascuno.
Dalle foto emerge anche che i ragazzi in classe durante l’orario di scuola facevano attività diverse -c’è chi sta seduto ai tavoli e chi sta lavorando in piedi, c’è chi scrive e chi pittura- insomma tante attività diverse nello stesso momento. Nei due libri “Una scuola fra gli olivi” e “La scuola dell’utopia, ovvero il progetto partecipato” Idana Pescioli racconta la sua esperienza di maestra a Settignano (FI) e le innovazioni introdotte frutto di un pensiero pedagogico ricco di valori e di ricerca che si stava sviluppando in quegli anni di rinascita della democrazia.
Personalmente ho ripreso molti di questi valori/utopie e di queste innovazioni metodologiche quando ho iniziato, insieme ad altri, all’inizio degli anni 2000 a dare vita al movimento delle Scuole Senza Zaino, per una scuola comunità che oggi è una realtà importante e significativa per la ricerca e l’innovazione della scuola italiana. Certo lo avevo fatto prima come insegnante e poi come dirigente scolastica convinta che possiamo essere credibili verso gli altri insegnanti ed i genitori che ci guardano con speranza solo se siamo nella condizione di raccontare esperienze vissute e non atti ipotizzati e da realizzare.
Ancora oggi però a distanza di più di 70 anni dall’esperienza di Idana e di tante altre maestre e maestri che in quegli anni ’50 facevano nascere i CEMEA, (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva) e l’MCE (Movimento di Cooperazione Educativa) e a più di 20 anni dalla nascita del Movimento delle Scuole Senza Zaino: per una scuola comunità, in Italia ancora gran parte della nostra scuola è ancorata ai banchi monoposto in fila uno dietro l’altro con la cattedra davanti, all’uso della lezione frontale per la maggior parte del tempo scuola, a far alzare la mano ai ragazzi per uscire di classe ed andare al bagno come se la maestra potesse autorizzare la soddisfazione di un bisogno fisiologico e tanto troppo altro che non ha niente a che vedere con i metodi attivi, cooperativi, di libertà che l’Idana praticava nella sua classe.
Con i finanziamenti del PNRR sono stati acquistati arredi nuovi e molta molta tecnologia è stata inserita nella quotidianità del lavoro dei docenti ma accanto a questo c’è l’uso dell’intera scala dei voti per la valutazione nelle scuole secondaria di primo e secondo grado ed un ritorno ai giudizi tradizionali nella scuola primaria. Non c’è -e soprattutto chi governa non vuole che ci sia- vera innovazione culturale , metodologica ed organizzativa nella scuola italiana che porti al rinnovamento di metodi in direzione nonviolenta, che faccia della classe fin dalla più tenera età luogo di democrazia vissuta.
Eppure -come più volte ci ha ricordato la Pescioli “Affrontare il problema di fondo della ‘democratizzazione’ cambiando metodi e rapporti da ‘autoritari’ o ‘lassisti’ a paritari e collaborativi in forme di gioco e lavoro di gruppo per avviare davvero Bambini Ragazzi Giovani a forme concrete di democrazia fino dalla tenera età. In altre parole, respirare ed agire la ‘democrazia’ in forme concrete di ‘Libertà e Nonviolenza’ fin dalla prima scuola a 3-5 anni voleva dire davvero rovesciare il metodo dell’insegnamento con ‘lezioni dalla cattedra’ nel metodo dell’autoapprendimento nella Ricerca.”
“Metodo della Ricerca per cambiare rapporti fra insegnanti ed alunni per l’urgenza di cambiare la politica proprio cambiando la scuola “. (dal libro di Idana Pescioli “Meditazioni laiche nei tempi ovvero dentro il servizio d’amore culturale, edizioni ETS, 2017)
Idana Pescioli e l’innovazione metodologico didattica oggiultima modifica: 2024-03-11T14:50:42+01:00da
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