Sassi nello stagno

Di ritorno dal Vietnam

Torno a scrivere dopo diverse settimane e lo faccio rendendo pubblica una riflessione al ritorno da un bellissimo viaggio in Vietnam.  La scuola vietnamita apre alle sette del mattino e chiude alle diciassette per permettere ai ragazzi, soprattutto nelle grandi città, di andare tutti a scuola sfruttando il doppio turno degli orari scolastici. La scuola é obbligatoria per cui anche i ragazzini nei villaggi sperduti e nelle case isolate intorno alle risaie devono frequentarla: ma come considerando che non ci sono scuolabus e mezzi di trasporto pubblico? Ho visto tanti ragazzini in bicicletta (erano facilmente identificabili perché hanno tutti -da nord a sud del paese- una divisa scolastica di due colori); ho visto genitori con i bambini piccoli accompagnare con i loro motorini i figli a scuola, ho visto una piccola scuola in uno sperduto villaggio di pescatori nella bellissima baia di Ha Long ubicata su una piattaforma galleggiante su bidoni di plastica. La piattaforma della scuola, in posizione centrale rispetto alle altre piattaforme delle case, era costituita da due piccole aule con pochi banchi e pochi oggetti. Ma c’erano i bambini di diverse età che al termine delle lezioni hanno preso la loro barchetta ed in tre , remando, sono tornati nelle loro case. Bellissimo, per la loro autonomia dimostrata, per il loro impegno in situzioni non facili, per il valore che una piccola scuola ha all’interno di un poverissimo villaggio galleggiante. Lo sviluppo, il futuro di un paese che torna a vivere in pace dopo decenni di guerre, passa attraverso una scuola per tutti e quindi andare a scuola è un valore da condividere e garantire l’istruzione è un obbligo dello stato.

Penso che a molti cittadini italiani, grandi e piccoli, farebbe bene conoscere di più queste esperienze piccolissime ma dense di significati etici, culturali, sociali.

Di ritorno dal Vietnamultima modifica: 2014-01-18T21:49:09+01:00da
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