Non c’é pace per i bambini e le bambine

In queste giornate grigine e piovose da tanti punti di vista il pensiero va ancora ai tanti bambini e bambine che vivono in paesi in guerra. Leggo sul giornale di Ahmed, il bimbo Siriano rimasto orfano , arruolato nelle milizie che con fucile in braccio e sigaretta in mano ad appena sette anni é mandato in prima linea per uccidere e farsi uccidere. Ho visitato la Siria appena due anni e mezzo fa, pochissimi mesi prima che iniziasse la guerriglia poi sfociata in una tremenda guerra fra donne e uomini dell’intero paese. Ho visto passeggiando nelle strade bambini e ragazzini giocare e chiacchierare a Damasco, al mercato armeno di Aleppo ed in tante cittadine visitate con un gruppo di amici. Ci siamo spesso fermati a chiaccherare con questi ragazzini e li ricordo sorridenti e fiduciosi. Ora vedo una foto di uno di loro con un fucile in mano più grosso di lui, con un atteggiamento poco naturale per un bambino di quell’età. Ma questi bambini sono cresciuti troppo in fretta con modelli da imitare poco consoni alla loro età. Hanno abbandonato troppo velocemente la loro ingenuità per assumere ruoli e comportamenti voluti da altri. Quale futuro li aspetta anche se sopravvivono alla guerra?
Sempre sfogliando i giornali leggo un’altra notizia terrificante. Ascya, bambina afgana di sette anni, viene venduta in sposa al figlio di colui che deve avere soldi dal padre della bambina. Quest’uomo e sua moglie sono addolorati e disperati al pensiero che la piccola andrà a casa di questo uomo che la darà in sposa ad un figlio di diciassette anni solo perché la legge non scritta della povertà risponde a queste logiche assurde. Il padre di Asya si era trasferito in un campo profughi per sfuggire ai bombardamenti nelle città , ma li nel campo profughi alcuni dei suoi figli si sono ammalati e lui per curarli ha chiesto soldi ad usurai concittadini.
In cambio Asya. Piccolina, bellina lei non sa niente ma anche se sapesse forse ancora non capirebbe che cosa le succederà passando da una famiglia all’altra.
Un disastro questi piccolini vittime degli adulti violenti e della povertà incombente.
E noi adulti “responsabili” che cosa facciamo per fermare tutto ciò e sostenere con forza davanti ai nostri politici ‘ benpensanti’ i diritti di tutti i bambini del mondo .
É urgente fare qualcosa tutti insieme dal basso, ma è urgente anche che le nostre istituzioni nazionali riescano a “buttare l’occhio oltre la siepe” cioé ad occuparsi di cosa succede nel mondo intorno a noi cominciando peró dai bambini e dalle bambine.

Non c’é pace per i bambini e le bambineultima modifica: 2013-04-06T00:02:00+02:00da d-pampaloni
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