Dei diritti e dei doveri

Questa sera alla trasmissione otto e mezzo l’oncologo Umberto Veronesi ha affermato che l’ospedale del futuro dovrebbe avere al centro il paziente piuttosto che il medico. Se penso alla scuola credo che dovremmo affermare lo stesso concetto: i bambini e le bambine al centro del lavoro degli adulti e non i docenti. Sono sempre stata convinta pero’ che se gli adulti stanno bene a scuola i bambini ne avrebbero guadagnato in termini di relazioni affettive, di serenità del clima nella classe e nella scuola e di tutto quello che ne consegue in termini di atteggiamenti e comportamenti positivi. Tutto questo dovrebbe essere guidato dal forte senso di responsabilità che gli adulti educatori dovrebbero avere quando decidono di stare vicino ai ragazzi e soprattutto quando esprimono una valutazione sui comportamenti responsabili dei ragazzi.
Ebbene, comincio ad usare i verbi al condizionale perché non sono più certa che tutti gli adulti che vivono nella scuola esercitino il valore della responsabilità che dovrebbe essere essa stessa educante. E faccio un esempio preciso e circostanziato che esplicita il mio pensiero.
Fra pochi giorni saranno somministrate nelle classi della scuola primaria e della scuola secondaria le “prove Invalsi” secondo un calendario definito da tempo dal ministero dell’istruzione. Negli stessi giorni una organizzazione sindacale ha promosso lo sciopero di ogni ordine di scuola contro la somministrazione delle stesse prove. E fin qui niente da eccepire: lo sciopero é un diritto di ogni lavoratore che può esercitare liberamente nel rispetto delle proprie convinzioni. I docenti che hanno chiaro che gli interlocutori non sono i bambini e le loro famiglie ma altri soggetti (i decisori politici contro i quali viene indetto lo sciopero) comunicano responsabilmente le loro scelte e di conseguenza l’ufficio può mantenere aperta la scuola se nessuno fa sciopero oppure chiuderla se la maggioranza delle persone aderisce alla manifestazione di sciopero. Sono entrambi atti chiari di consapevolezza e di scelta individuale e/ o di gruppo che meritano rispetto. Non è così pero’ per coloro che trincerandosi dietro alla libertà di non esprimersi lasciano nell’incertezza l’ufficio di direzione e le famiglie creando spesso un disservizio andando a ledere il diritto all’istruzione (io aggiungo di qualità) dei bambini e dei ragazzini. Spesso, non sempre per fortuna, chi non assume responsabilmente una decisione precisa ma anche la convinzione che i bambini stanno al centro del nostro lavoro di educatori, sono coloro che poi non aderiscono agli scioperi indetti e si ritrovano al lavoro con pochi bambini presenti a scuola. Chi mettono in difficoltà queste persone? I decisori politici o i bambini e le famiglie?
Credo che ormai sia giunto il tempo di denunciare con forza questo tipo di comportamenti che personalmente definisco poco saggi e poco responsabili e soprattutto poco adatti ad adulti che esercitano pratiche di valutazione su altri soggetti. Hanno mai provato questi docenti ad autovalutarsi con onesta’ intellettuale pensando anche al diritto dei ragazzini all’istruzione?
Corro il rischio con queste affermazioni di essere considerata autoritaria e complice del sistema ma io so e molti sanno che alle prime e molte manifestazioni contro la distruzione della scuola pubblica io c’ero e la mia battaglia di cittadina italiana oltreché di professionista della scuola é quella di impegnarmi per offrire a tutti i ragazzini e le ragazzine ogni giorno la scuola pubblica di qualità.

Dei diritti e dei doveriultima modifica: 2012-05-04T23:02:00+02:00da d-pampaloni
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