Si agli istituti comprensivi

Ho accolto con favore l’obbligo per le istituzioni scolastiche italiane di riunire in istituti comprensivi le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. La ritengo una grande scelta pedagogica che carica le scuole di maggiore responsabilità nei confronti dei ragazzi e delle famiglie e nello stesso tempo obbliga i tre ordini di scuola a costruire veri percorsi di continuità educativa e di scelte culturali condivise. Queste mie convinzioni sono il frutto dell’esperienza maturata sul campo in quanto sono ormai 12 anni che dirigo un istituto comprensivo e vedo i punti di forza del lavoro fatto in continuità fra gli ordini di scuola.
E’ evidente che il primo lavoro utile da fare per costruire la comunità degli adulti é la formazione comune di tutti gli insegnanti e la costruzione condivisa di una idea di scuola e di bambino/ragazzo che vogliamo aiutare a crescere. Senza un ‘pensiero culturale e pedagogico condiviso’ l’istituto comprensivo è solo la somma di più ordini di scuola che fanno attività separatamente e che si ritrovano solo in occasione di alcune riunioni collegiali. Condividere, cooperare, dialogare, progettare, verificare e documentare sono azioni della quotidianità se vogliamo che i nostri ragazzi acquisiscano competenze e sviluppino comportamenti nonviolenti. Ho sentito e letto articoli di pareri fortemente contrari alla nascita degli istituti comprensivi soprattutto perché vengono letti come perdita di posti di lavoro e razionalizzazioni selvagge del territorio. E’ certo che se gli adulti che hanno il compito di decidere (amministratori e dirigenti) fanno un lavoro esclusivamente di razionalizzazione senza coinvolgere gli insegnanti nella costruzione di una nuova entità scolastica completamente diversa dalle precedenti si trovano davanti sospetti e rabbie che non favoriscono il dialogo e la collaborazione. I genitori stessi dovrebbero essere informati e coinvolti perché sono una risorsa importante e positiva in quanto auspicano per i loro figli percorsi in continuità. 14 anni fa la provincia di Pisa propose il raggruppamento di tutte le scuole di base in istituti comprensivi e l’anno 2000 vide la nascita di nuovi istituti in tutte le aree territoriali accompagnate sicuramente da qualche spostamento di dirigenti e direttori amministrativi e da qualche polemica (poche per la verità). Oggi siamo soddisfatti di lavorare in istituti comprensivi e nessuno tornerebbe indietro, molti non sarebbero più capaci di pensare la scuola con organizzazioni diverse perché il percorso e la crescita professionale di dirigenti e docenti é stata notevole. E sono molte le esperienze che potremmo raccontare a cominciare dalla costruzione dei curricoli e dalla scelta delle competenze in uscita per ogni ordine di scuola. Di buone pratiche realizzate negli istituti comprensivi tornerò ancora a parlare.

Si agli istituti comprensiviultima modifica: 2012-02-10T17:27:36+01:00da d-pampaloni
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